A due passi da piazzetta Nilo, in via Giovanni Paladino, si trova la basilica del Gesù Vecchio. Questo nome serve per distinguerla dalla chiesa del Gesù Nuovo, un edificio religioso molto più vasto che venne costruito dai gesuiti in un successivo momento di particolare espansione.

La basilica venne fondata nel 1554 e i lavori di costruzione nei primi anni videro protagonisti gli architetti Giovanni Tristano e Giovanni De Rosis. Tuttavia tra il 1608 e il 1623 l’edificio venne ricostruito da Pietro Provedi e la consacrazione della basilica si tenne solo nel 1632. Accanto alla chiesa, venne edificato il collegio della Compagnia di Gesù. La storia cambiò completamente quando nel 1767 i gesuiti furono espulsi dal regno di Napoli. In quell’occasione la basilica mutò il nome in Santissimo Salvatore, mentre il collegio divenne la sede dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e della Biblioteca. I gesuiti, però, tornarono nel 1804 e la basilica riprese l’appellativo originale. La prima metà dell’Ottocento è segnata dalla figura di, sacerdote del Gesù Vecchio dal 1806 al 1851 molto devoto alla Madonna. Questi, don Placido inoltre, era apprezzato in città dal popolo napoletano, ma anche dalla corte reale che soventemente si recava in chiesa per visitare il reverendo. La fama della Madonnina di don Placido crebbe sempre di più tanto da essere incoronata il 30 dicembre 1826 protettrice di Napoli. Da allora, il primo sabato che segue il 30 dicembre, il cosiddetto “sabato privilegiato”, si tiene una particolare venerazione della Madonna alla quale partecipa una commossa folla di fedeli.

Foto 2 Gesù VecchioLa basilica presenta una facciata barocca realizzata da Giovan Domenico Vinaccia sul finire del Seicento. Ciò che la rende particolare è il suo andamento concavo-convesso che conferisce moto e dinamismo all’intera struttura.

L’interno è a pianta a croce latina, con un’unica navata centrale su cui affacciano quattro cappelle per ogni lato. Tra le più importanti ricordiamo la terza cappella di destra dedicata a San Francesco Borgia, in cui c’è una decorazione tipicamente barocca di Bartolomeo Ghetti, mentre la statua del santo venne eseguita da Pietro Ghetti. Altra notevole cappella di questa chiesa è la seconda del lato sinistro in cui è presente Il San Luigi Gonzaga in Gloria di Battistello Caracciolo (1627).

Foto 4 Gesù VecchioLa zona del transetto risulta essere ricca di capolavori, soprattutto di scultura. Il cappellone di destra, dedicato a San Francesco Saverio, venne progettato da Cosimo Fanzago, figura poliedrica del Seicento napoletano. Il grande artista, originario della Lombardia, scolpì anche le statue di Isaia e Geremia, poste ai lati della pala d’altare di Cesare Fracanzano raffigurante San Francesco Saverio che battezza gli indigeni. Le due statue sono un vertice della produzione fanzaghiana e in ognuna di esse è riscontrabile una certa tensione espressiva dei corpi che si unisce a una vivacità dei volti. La sapiente mano dello scultore lombardo, inoltre, si può apprezzare nei panneggi che “muovono” le vesti dei due profeti, andando a creare un felice gioco di luci e ombre. Sempre di Fanzago sono le decorazioni marmoree che adornano tutta la struttura con motivi floreali.

Il cappellone sinistro del transetto è, invece, dedicato a Sant’Ignazio di Loyola. Anch’esso venne progettato da Fanzago e, infatti, la composizione è quasi speculare a quella del cappellone che gli sta di fronte. Le statue di Gedeone e Giosuè, poste lateralmente, furono commissionate a Fanzago, ma in un secondo momento vennero affidate a Matteo Bottiglieri, importante scultore della prima metà del Settecento. Al centro dell’edicola si staglia una pregevole pala d’altare di Francesco Solimena.

Dietro l’altare maggiore si apre una doppia rampa di scale decorata da una serie di angeli in stucco. Conduce a una festosa macchina absidale in cui si trova la statua lignea dell'Immacolata, che venne scolpita da Nicola Ingaldi e che in passato appartenne a don Placido.



Informazioni utili: 
Ingresso libero dal lunedì a sabato dalle ore 7.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00 - domenica dalle 7.00 alle 12.00