Potrebbe diventare presto un parco nazionale, a cavallo di due Regioni, la Campania e il Molise, così da inglobare interamente il massiccio del Matese, che per ora rientra nei suoi confini solo per il versante campano.
Proprio per tutelare lo straordinario valore ambientale di quest’ultimo fu istituito nel 1993 il Parco regionale del Matese per la cui realizzazione si dovette, però, attendere il 2002. L’attuale parco copre un’estensione di oltre 33mila ettari e raggiunge quasi i duemila metri d’altezza con la vetta de La Gallinola (1923 metri), a cui segue il Monte Mutria di soli cento metri più basso. Montagne chiare, calcaree, segnate da valloni profondi e da anfratti, inghiottitoi e grotte, ovvero tutti i fenomeni tipici del carsismo comuni anche alle catene montuose campane. E tra le grotte, di grande interesse sono quelle scavate dal fiume Lete, che vi si esibisce in suggestive cascatelle, mentre all’interno lo stillicidio continua a ricamare stalattiti e stalagmiti. 

Ricco di sorgenti e di corsi d’acqua, il parco è percorso oltre che dal Lete, anche dai fiumi Titerno e Tammaro. E accoglie nel suo territorio, ai piedi de La Gallinola e del molisano Monte Miletto, un occhio azzurro di cielo tra le rocce calcaree, il lago Matese, che con i suoi 1011 metri è il lago carsico più alto d’Italia, alimentato dallo scioglimento delle nevi delle vette che lo sovrastano. Nel parco si trova anche il lago di Gallo Matese.IMG 20200913 173042

La notevole altitudine raggiunta, fa sì che il territorio del parco sia caratterizzato da varie fasce climatiche, da quella mediterranea alla continentale in alta quota, e, dunque, da diversi habitat che contribuiscono a una straordinaria biodiversità sia vegetale che animale.

Per quanto riguarda la flora, salendo progressivamente di quota, si passa dalla macchia mediterranea con lecci, carpini, corbezzoli e altre piante tipiche, ai boschi di cerri, castagni, aceri, cornioli, frassini, ornielli e abeti bianchi, fino a entrare, ancora più in alto, nel regno del faggio, dove nelle radure in cui s’insinua più potente la luce del sole sono diffusi il sambuco lebbio e la genziana. 

Signore tra la fauna selvatica è il lupo, di cui sono stati avvistati di frequente esemplari tra i laghi Matese e Gallo Matese. Molto numerosa è la rappresentanza di altri mammiferi come gatto selvatico, volpe, tasso, scoiattolo nero, ghiro, donnola e faina nei boschi di latifoglie. E anche lepre, cinghiale e capriolo, reintrodotto nel 2008. Nelle zone a pascolo i cavalli vivono allo stato brado. Tra gli uccelli si possono ammirare picchio rosso maggiore, tordella, ghiandaia, codirossone e coturnice. Tra le pareti rocciose della Valle dell’Inferno, inoltre, sono insediati l’aquila reale, la poiana e il falco pellegrino, mentre anatre, aironi e cicogne popolano le terre intorno ai laghi, dove guizzano carpe, tinche, persici, anguille e i lucci introdotti dall’uomo. Nelle grotte del Lete, vivono dei piccoli crostacei bianchi senza occhi e delle farfalle dagli occhi fosforescenti. IMG 20200913 184413

Il territorio del parco si presta per praticare vari sport all’aria aperta. Oltre al trekking e alle escursioni naturalistiche, la mountainbike, lo sci alpino e d’erba, il deltaplano, la speleologia nelle grotte e il kayak nel lago Matese.

Sono venti i Comuni che fanno parte del Parco del Matese: Ailano, Alife, Capriati al Volturno, Castello del Matese, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Fontegreca, Gallo Matese, Gioia Sannitica, Letino, Piedimonte Matese, Pietraroja, Prata Sannita, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Lorenzello, San Potito Sannitico, Sant'Angelo d'Alife, Valle Agricola. La sede è a San Potito Sannitico, nel Casertano.

Ph:Ente Parco Regionale del Matese