La brezza s’infila nel canneto all’ingresso di Cava Grado col suo ritmo lento, è musica.

Vi arrivo in autobus, diretto a Sant’Angelo. Scendo al capolinea. Una viuzza separa la spiaggia dall’asfalto fuso. La parete di tufo si apre maestosa dal mare, sembra stata morsa da un gigante. Elegante la sabbia, granulosa e sorridente. Il mare è un ritratto colorato di aria azzurra dai contorni terrestri e lunari.
Grida felici attirano la mia attenzione. «Per me una limonata, grazie». Il sole intanto si ritrae timido dopo aver posseduto Cava Grado con la calda forza dell’istinto.