Irresistibili i fichi di San Mango sul Calore Pat. Adattati nei secoli al clima freddo, presentano una buccia rossa quando il frutto è maturo e una succosa polpa bronzo scuro.
Da tempo nessuno più si curava di loro. Eppure, i colossi verdi, antichi e generosi, non avevano smesso di dare frutti.
Non era stato facile il distacco, sofferto e temuto, dalla loro isola.
Immancabile come l’olio extra vergine nei grandi piatti della cucina irpina è la cipolla ramata di Montoro Pat, prodotta anche nel territorio di Solofra, dolce e aromatica, da consumare cotta o per farne confetture e conserve.
Grandi come meloni e con un albedo molto spesso, i limoni di Procida sono definiti anche “limoni pane”.
Per i carciofi, il Cilento offre terre fertili ideali. C’è il Carciofo bianco del Tanagro, innanzitutto, coltivato nei terreni di Pertosa e di Auletta, senza spine e chiaro, da gustare crudo in fettine sottili.
Non c’è giardino che ne sia privo. Anzi, la definizione stessa di giardino in Costiera Amalfitana identifica la coltivazione dei limoni.
La forma del dolce frutto ricorda vagamente una colomba. E giustifica ampiamento il nome “Palommina” della varietà nettamente prevalente tra i castagni che popolano i boschi di Montella.
Ha dato il nome a uno spumeggiante vino rosso Doc. E’ famosa per i tessuti, anticamente frutto di una florida industria dei bachi da seta, e per la moderna produzione di costumi da bagno. Ma la storia di Gragnano da otto secoli è legata soprattutto alla farina.