Ormai riconosciuta tra i maggiori scrittori italiani del Novecento, Elsa Morante nacque a Roma il 18 agosto 1912, figlia di una maestra ebrea e di un impiegato, Francesco Lomonaco, padre naturale anche degli altri suoi fratelli, ma riconosciuta come gli altri dal marito della madre Augusto Morante. Fin da piccola cominciò a scrivere favole, filastrocche e brevi racconti, che riuscì a vedere pubblicati sul “Corriere dei piccoli”, su “Il Meridiano” di Roma e su “Oggi”.

Iniziati gli smorantetudi classici, iscrittasi alla facoltà di Lettere, a diciotto anni andò a vivere da sola e lasciò l’università per potersi mantenere con lezioni private, tesi di laurea e, utilizzando vari pseudonimi, con numerose collaborazioni giornalistiche e letterarie. Nel 1941 pubblicò il suo primo libro di racconti, Il gioco segreto. Nel 1936 conobbe Alberto Moravia, già largamente noto per il romanzo Gli indifferenti del ’29, con il quale stabilì un sodalizio letterario prima ancora del matrimonio, celebrato nell’aprile 1941. Insieme frequentavano le personalità più in vista della cultura che erano in quel periodo a Roma, ma durante l’occupazione nazista, a causa delle comuni origini ebraiche, furono costretti a lasciare la città per rifugiarsi a Fondi, dove Elsa cominciò a scrivere il suo primo romanzo Menzogna e sortilegio, pubblicato nel 1948 e vincitore del Premio Viareggio. Negli anni seguenti si occupò di cinema collaborando con Lattuada, Zeffirelli e Pasolini, suo grande amico.

Con il marito Alberto Moravia e l’amico scrittore Vasco Pratolini, Elsa Morante arrivò a Procida nel 1955 e prese alloggio presso l’Albergo Eldorado. Fu nel rigoglioso giardino di limoni dell’albergo che la scrittrice cominciò la stesura del suo secondo romanzo, ambientato nella Procida degli anni Quaranta, L’isola di Arturo, che, pubblicato nel 1957 e accolto con grande favore dalla critica, fece di lei la prima donna ad aggiudicarsi il prestigioso Premio Strega. Nel 1962 arrivò anche la versione cinematografica, non meno apprezzata, dell’opera.

Dopo la separazione da Moravia nel 1961, si legò ad un giovane pittore americano Bill Morrow, morto nel’62 precipitando da un grattacielo, evento che sconvolse la vita della Morante, facendola precipitare in un periodo buio, durante il quale però continuò a scrivere. E nel ’68 uscì Il mondo salvato dai ragazzini. Dal ’71 si dedicò alla scrittura del suo nuovo romanzo La storia, ambientato durante la guerra a Roma, che fu pubblicato nel ’74 in edizione economica, diventando subito un best seller, nonostante la valutazione negativa dei critici. E la sonora stroncatura che arrivò da Pasolini e che segnò la fine di una lunga amicizia.

 In seguito, “La storia” sarebbe stato riconosciuto tra le grandi opere della narrativa italiana del Novecento e tra i cento migliori libri di ogni tempo.Dopo il romanzo Aracoeli, per una grave malattia tentò il suicidio e si salvò in extremis. Nonostante le cure, morì a Roma il 25 novembre 1985.

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